Istituita con regio decreto nel 1923, i suoi uomini ebbero un ruolo di primo piano nella cosiddetta "età dell'oro" dell'aviazione, compiendo varie crociere aeree e gareggiando nella Coppa Schneider. La politica estera del regime fascista la vide impegnata nel 1935 e nel 1936 nella guerra d'Etiopia e, dal 1936 al 1939, nella guerra civile spagnola dove fu attiva l'Aviazione Legionaria.
La Regia Aeronautica venne istituita con il regio decreto n.645 del 28 marzo 1923: ad essa erano affidate tutte le forze aeree militari del Regno e delle colonie dell'esercito e della marina[3]. Tra il maggio 1923 ed il 21 ottobre dello stesso anno fu Comandante generale dell'Aeronautica Riccardo Moizo.[4] sostituito poi da Aldo Finzi.[5] Primo comandante dell'aeronautica (la carica di Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica non era stata ancora istituita) fu nominato, il 25 ottobre 1923, il generale Pier Ruggero Piccio, già asso dell'aviazione[1]. Il generale volle subito iniziare a rendere l'aeronautica un'arma all'altezza del compito. Impose a tutti coloro che avevano richiesto di farne parte come piloti di prendere il brevetto relativo, prescrisse inoltre, in un giorno prefissato, che tutti gli stormi e le scuole levassero in volo tutti gli aeroplani in condizioni di farlo: dei quasi 300 apparecchi, solo 66 riuscirono a decollare. Il 31 ottobre 1923 circa 300 tra aeroplani e idrovolanti si diressero su Roma per prendere parte ad una parata, schierandosi all'aeroporto di Roma-Centocelle il pomeriggio del 4 novembre (quinto anniversario della fine della prima guerra mondiale), giorno in cui venne consegnata la bandiera all'Arma Aeronautica[6]. Sempre del novembre 1923 è la nascita dell'Accademia Aeronautica[1].Nell'ottobre dello stesso anno viene inoltre creato il Corpo di Stato maggiore generale.
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